Le mie best practices per il marketing e la comunicazione della tua startup fintech
Benvenuto/a sull’unico blog in Italia dedicato esclusivamente al marketing & comunicazione delle startup fintech!
L’articolo che stai leggendo è la riedizione, aggiornata al 2023, di una “guida” che ho scritto alcuni anni fa e che per un po’ di tempo è stata in download gratuito su questo sito.

Si intitolava: “Le 5 regole d’oro per la comunicazione fintech“.
Era un titolo un po’ pomposo forse, ma la Guida ha avuto un ottimo successo.
Non solo ha continuato per anni – in pratica fino a quando l’ho tolta dal sito – a venire scoppiazzata e copia-incollata su numerosi blog di comunicatori e marketer (se cerchi “5 consigli” o “5 regole”, vedrai con i tuoi occhi), ma addirittura, subito dopo la pubblicazione, mi ha fruttato molte interviste (qui il podcast di un’intervista su AZIENDABANCA, ad esempio).
Va detto che che all’epoca ero anche l’unico comunicatore italiano a occuparmi di Fintech per cui non è che avessero molta scelta, ma lo considero comunque un segnale d’apprezzamento.
Per la cronaca: Adesso continuo a essere l’unico a occuparmi SOLO di comunicazione fintech, ma ci sono alcune agenzie che dichiarano di occuparsi ANCHE di comunicazione fintech, per cui un po’ più di compagnia ce l’ho).

I tempi sono cambiati, i consigli anche
Ma perchè ho sentito il bisogno di aggiornare una guida che, tutto sommato, aveva ancora successo?
Il motivo principale è che dal 2017 a oggi lo scenario del Fintech è cambiato e anche i problemi e gli obiettivi delle startup come la tua sono diversi.
La guida quindi aveva bisogno di una rinfrescata per continuare a essere utile.
Già che c’ero ne ho approfittato per rendere il titolo meno “pomposo” e snellire l’intero documento.
Così le “5 regole d’oro” sono diventati “3 consigli” e la guida in .pdf è diventata questo articolo di blog.
L’obiettivo però, è rimasto lo stesso:
Aiutare gli imprenditori e i founder dei startup che non vogliono o non possono ancora permettersi la mia consulenza, a migliorare comunque la loro strategia di comunicazione fintech, per far conoscere la loro piattaforma, attirare più utenti e più finanziatori e avere le soddisfazioni che si meritano dalle loro aziende.
“Drittte” concrete
Dopo questo lungo prologo, direi che è ora di entrare nel vivo della questione e scoprire quali sono i tre consigli da PRO(fessionista) sulla comunicazione fintech, che intendo darti.
Come vedrai, sono tre suggerimenti molto concreti e facili da seguire.
È possibile per questo, che, se sei uno di quei rari imprenditori che in Italia si tengono aggiornati sulla comunicazione delle loro aziende, alcune delle cose che sto per dirti tu le sappia già.
Non smettere di leggere, nel caso. Sono sicuro che troverai, in ognuno dei miei tre suggerimenti, un particolare che non conosci, o più probabilmente che nessuno ti ha ancora mai detto.
E ti prometto che ne ricaverai un grande valore!
Sei pronto/a? Cominciamo!
È aumentata la pressione.
Dunque, dal 2017, quando ho scritto per la prima volta la mia guida, a oggi, c’è stato un generale sdoganamento del fintech. Le persone hanno capito e apprezzato l’idea che esistessero servizi alternativi a quelli delle banche e delle finanziarie tradizionali, per avere soldi, acquistare a rate, trovare i fondi per un progetto, ecc.
Questa “scoperta del fintech” ha reso l’ambiente italiano più accogliente per le aziende della Finanza tecnologica, ma ha anche generato un aumento rapido degli attori in gioco.
Sul mercato si sono affacciate decine di nuove startup, si sono diversificati e ramificati i servizi disponibili e anche le strutture tradizionali (banche, finanziarie, assicurazioni, ecc.) hanno iniziato a proporre servizi di finanza tecnologica.
Di conseguenza i concorrenti della tua startup si sono moltiplicati.
E come se non bastasse, per effetto della crisi (guerra, costo del denaro, inflazione, ecc.) gli investimenti si sono ridotti, i venture capital e i business angel almeno dal 2022 tendono a distribuire i loro investimenti con maggiore oculatezza, anziché dare soldi “a pioggia” come facevano in precedenza.
Le startup fintech che si affacciano in questi anni sul mercato, dunque, hanno bisogno di utilizzare la comunicazione non più tanto per spiegare cosa fanno, come accadeva qualche anno fa quando il fintech era meno noto e sembrava una “cosa per nerd”, ma per DIFFERENZIARSI dai competitor e farsi “vedere” dai potenziali investitori.
Una bella differenza, che richiede un cambiamento drastico delle strategie di comunicazione fintech (e anche dei canali utilizzati per comunicare, come vedremo più avanti).
Per cui il primo “Consiglio da PRO” che ti do è
Consiglio #1 di 3: Comunica SOLO le tue differenze

Nel mondo affollato e ipercompetitivo della comunicazione fintech, l’unicità deve essere la tua bussola.
LO SO, lo so che ‘sta cosa dell’unicità te l’han sempre ripetuta tutti e non è nuova…
Io però ti invito a considerarla nel modo più estensivo possibile.
Quello che proabilmente altri comunicatori non hanno mai osato dirti, è che la tua unicità deve costituire l’unico CENTRO della tua comunicazione fintech.
Non deve essere un aspetto collaterale, o una “qualità” in più da enumerare insieme ad altre.
Deve essere proprio l’asse portante di TUTTA la tua strategia di comunicazione. Altrimenti non ne ricaverai un vantaggio.
Parla solo di ciò che ti rende diverso dagli altri!
L’aspetto che ti distingue e rende la tua startup differente da tutte le altre è l’unica cosa che può darti un vero vantaggio incolmabile sui concorrenti e attirare le persone (utenti e investitori) verso di te come un faro in una notte buia, anziché lasciarle andare alla deriva (con il rischio che finiscano da qualcun altro!).
Un esempio?
Pensa a Satispay, tanto per citare subito un unicorno. La sua intera comunicazione, quando era ancora una startup, è stata incentrata sul fatto di consentire alle persone di trasferire velocemente e senza costi denaro ad altri utenti dell’app, usando solo il proprio smartphone.
La piattaforma però faceva anche altre cose.
I founder di Satispay, che ho avuto il piacere di conoscere mentre ancora stavano sviluppando la loro piattaforma, avevano lavorato molto per curare aspetti fondamentali come la sicurezza delle transazioni, il modello di business che gli consentisse di tenere costi bassi per gli esercenti, la geolocalizzazione delle attività, ecc.
Tuttavia questi aspetti, seppur fondamentali, erano comuni ad altri strumenti finanziari (carte di credito e di debito, Paypal, ecc.) e quindi sono stati tenute in secondo piano. Non dico che non siano state comunicate, ma non erano il focus della comunicazione.
Il centro è sempre stato “la semplicità”.
Ancora adesso che il servizio si è molto evoluto, il “motto” con cui si apre il sito di Satispay è:

Ecco, tu devi fare lo stesso con il tuo servizio.
Aspetta… non intendo dire che devi “farlo smart”.
Voglio suggerirti invece di trovare il punto di forza differenziante della tua startup, quello che che risolve un problema del cliente che i tuoi concorrenti non risolvono e poi di progettare TUTTA la tua comunicazione fintech su quello.
Se punti su un solo aspetto, quello che rende unica la tua soluzione, la comunicazione sarà più semplice e diretta (e quindi anche meno costosa, tra l’altro!), il messaggio si fisserà più facilmente nella mente del tuo pubblico e i tuoi concorrenti avranno più difficoltà a sovrapporsi (chiunque implementerà la stessa cosa che fai tu, dopo di te, apparirà automaticamente come un imitazione dell’originale).
Key Takeaway #1/ 3: Metti in risalto solo le caratteristiche uniche del tuo servizio che risolvono problemi specifici degli utenti e che distinguono la tua offerta da quella dei tuoi concorrenti, spiegando chiaramente i benefici. Per quanto riguarda le funzionalità comuni tra te e i tuoi concorrenti, queste possono essere menzionate in maniera più discreta.
Consiglio #2 di 3: NON affidarti esclusivamente ai social!

Domanda veloce: Se cercassi un consiglio per scegliere dove investire i tuoi soldi, da chi preferiresti riceverlo?
Da un oscuro social media manager che cura i social di una nuova startup (e probabilmente di altre 8 aziende allo stesso tempo) e che pubblica per lavoro messaggi autoreferenziali di quella startup e reel dei suoi dipendenti mentre fanno il brainstorming aziendale, OPPURE da un giornalista specializzato in investimenti de”Il Sole 24 Ore”, il più grande quotidiano finanziario in Italia e uno dei più importanti in Europa?
A meno che tu sia molto temerario, credo di indovinare la risposta.
Ovviamente l’esempio qui sopra è un po’ estremo, ma era per dimostrarti che i social media sono un importante canale di comunicazione, per una startup, ma NON dovrebbero essere l’unico.
Lo so che costano relativamente poco e permettono un contatto capillare con gli utenti!
Tuttavia nella comunicazione fintech, autorevolezza e credibilità sono bisogni primari. Soprattutto all’inizio.
Per guadagnare autorevolezza e di conseguenza credibilità, ossia la fiducia delle persone, non puoi fare tutto da solo. Non basta dire: “Sono bravo, sono preparato, mi prenderò cura dei vostri soldi“. Perchè nessuno si aspetta che tu dica nulla di diverso da questo, visto che stai parlando del TUO business.
Bisogna dunque che qualcun altro, se possibile già riconosciuto come autorevole, parli bene di te, se vuoi che la gente ci creda e inizi a fidarsi di più di te.
È un po’ il meccanismo che consente alle agenzie di rating come Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s di fare il bello e il cattivo tempo sui mercati.
Siccome in passato hanno dimostrato di essere autorevoli e di conoscere il mercato, gli investitori si fidano di loro e di conseguenza quando queste agenzie esprimono un giudizio positivo o negativo(le famose “triple A”, o BB o altre combinazioni di lettere) sul credit rating di un’azienda, gli investitori lo prendono per buono. E quindi investono più facilmente in aziende con un rating AAA+ rispetto ad aziende con un rating negativo o in calo.
Chiaro il meccanismo?
Bene. La tua startup non è abbastanza grande per essere “scrutinata” dalle agenzie di rating, ma l’effetto che dovresti mirare a ottenere è lo stesso. Fare in modo che qualcuno autorevole parli (bene) di te.
Per questo è fondamentale che la tua azienda comunichi attraverso dei media autorevoli e credibili. Se LORO parleranno bene di te, le persone gli crederanno e si fideranno della tua soluzione.
E…no, i social non fanno parte dei media autorevoli e credibili. Sono al fondo della classifica della credibilità in qualsiasi sondaggio!
Con questo però NON intendo dire che devi mollare del tutto i tuoi social e comunicare solo attraverso il Sole 24 Ore! Nemmeno questo sarebbe giusto.
La soluzione ideale è un mix equilibrato tra media “tradizionali” (sia online che offline”) autorevoli e una attività mirata (sempre con contenuti molto informativi e curati, niente gattini!) sui social, che a loro volta potrai magari affiancare, quando disporrai di un budget maggiore, con altri canali di comunicazione che fungano da “cassa di risonanza” per il tuo marchio (es: Google Ads, advertising, ecc.).
Se persino Amazon si è comprato un intero giornale “di carta” (e che giornale! Nientemeno che il Washington Post) e ha speso una fortuna per fargli pubblicità durante il Super Bowl con Tom Hanks che discettava dell’importanza del giornalismo, mi sento di dire che per ora, contrariamente a quel che dice qualche sedicente esperto da tastiera, i giornali NON sono affatto morti e tu DEVI usarli per costruire l’immagine di autorevolezza e affidabilità della tua startup.
Key Takeaway #2/3 All’inizio la tua startup fintech ha bisogno soprattutto di autorevolezza e credibilità. Per questo la tua strategia di comunicazione non può prescindere dall’utilizzo di mezzi di comunicazione tradizionali (quotidiani, riviste, radio, televisioni, ecc.) che possiedono queste qualità. La tua presenza sui media, dovrà essere bilanciata con una presenza sui social caratterizzata anch’essa da contenuti informativi di alto livello. L’uso di ulteriori canali di comunicazione potrà poi, quando la tua startup sarà più solida finanziariamente, essere usata come amplificatore per aumentare la notorietà del tuo brand.
Consiglio #3 di 3: Spiega SEMPRE come sei arrivato qui.

Il “consiglio da pro” finale che sto per darti, sulla comunicazione fintech, da solo varrebbe il prezzo di una intera consulenza.
Se deciderai di seguirlo come si deve, ti garantisco che farà fare un salto in avanti decisivo alla tua comunicazione.
Il consiglio è questo: Racconta SEMPRE la tua storia. Ogni volta che puoi, ovunque e a chiunque.
Spiega perchè hai fondato la tua startup (a meno che tu l’abbia fatto solo nella speranza di fare un sacco di soldi e ritirarti su un’isola tropicale a 28 anni. Nel caso evita), racconta le sfide che hai superato, le difficoltà che hai affrontato e anche i momenti in cui le cose non sono andate come speravi.
«Tutto qui? E io che mi credevo chissà che! ‘Sta cosa delle difficoltà la sapevo già!»
Lo so che in tutti i siti che parlano di startup c’è scritto che i fallimenti sono importanti, perchè sono parte del processo di crescita e che devi ammetterli senza difficoltà.
In linea di massima è…una stronzata.
Non sono QUEI fallimenti che devi raccontare (se ti sei divertito a fallire, in passato, buon per te, ma magari evita di raccontarlo a chi deve darti dei soldi per la tua prossima avventura).
Quelli che devi raccontare, come se fossi un eroe, sono le difficoltà e qualche (piccolo) fallimento che hai incontrato e superato mentre facevi QUESTA startup.
La volta in cui la finanziaria non ti ha dato i soldi per cominciare…la fatica che hai fatto per trovare qualcuno che sviluppasse la tua piattaforma, ecc.
Poi naturalmente devi raccontare anche i successi che sono arrivati al termine di quelle tue fatiche. Il giorno in cui si sono iscritti i primi 10 utenti, la volta in cui Larry Fink vi ha telefonato chiedendovi se avevate bisogno di soldi, ecc.
L’ideale sarebbe raccontare la tua storia e il “percorso” che ti ha portato a creare la tua startup, così come è oggi, secondo lo schema di Campbell, ma non facciamola troppo difficile. Ciò che conta è che il racconto sia coinvolgente.
Se il tuo racconto è valido, ti porterà almeno 3 risultati importanti:
- FIDUCIA: Nella comunicazione fintech, come abbiamo visto, la fiducia è tutto. Condividere il tuo percorso difficile e accidentato ti aiuterà a costruire una “connessione emotiva” con i clienti, i partner e gli investitori.
Mostrare che hai attraversato un vero viaggio di apprendimento, che hai affrontato gli ostacoli, inoltre farà immaginare che tu ne sia emerso forte e pronto ad altre sfide imprenditoriali.
- UNICITÀ: Ogni storia è unica, e raccontare la tua sarà un altro modo per differenziarti dalla folla dei competitor e catturare l’attenzione di potenziali clienti, investitori e talenti.
- LEADERSHIP: Le lezioni apprese da ostacoli o insuccessi (ehi! Ho detto “ostacoli” e “insuccessi”, NON fallimenti, eh?!) sono preziose non solo per te, ma anche per gli altri nel settore.
Condividere queste esperienze può rafforzare la tua posizione come leader (se le racconti nel modo giusto) e quindi contribuire alla crescita della tua impresa.
Ricorda, non stai solo vendendo un prodotto o un servizio. Alle persone vendi una soluzione ai loro problemi, quali essi siano, riguardo a una cosa a cui tengono molto: i soldi.
Per questo devi condividere le tue motivazione, il tuo percorso e la tua passione.
Credimi, può fare una grande differenza nello scenario sempre più competitivo della comunicazione fintech.
Perciò continua a condividere la tua storia, man mano che si sviluppa.
Le persone non vedono l’ora di vedere dove ti porterà il tuo viaggio! E io anche…
Bene.
Con questa frase un po’ romantica, ho concluso.
Key Takeaway #3/3 Racconta il percorso che ti ha portato a fondare la tua startup, con le sfide affrontate, i piccoli fallimenti superati e ovviamente i successi conseguiti. E spiega perchè hai deciso di farlo. Il tuo racconto diverrà un potente strumento di costruzione della fiducia. La tua storia che come tutte le storie imprenditoriali parlerà di resilienza e creatività, contribuirà a creare una connessione emotiva con i clienti, i partner e gli investitori, sottolineando la tua unicità nel panorama competitivo e rafforzando la tua posizione di leadership sul mercato.
I miei consigli sulla comunicazione fintech per ora si fermano qui.
Li ho scritti cercando di mostrarti le strategie che applico io stesso ogni giorno per rendere conosciuti e autorevoli i miei clienti.
Spero davvero che tu abbia voglia di prenderti il tempo necessario ad applicarli, perché se lo fai ti accorgerai ben presto di quanto possano fare la differenza tra una comunicazione che produce risultati e una che invece consuma solo risorse!
Vuoi di più?
Se quello che ti ho detto qui non ti basta e ti senti pronto a dare una nuova direzione alla tua strategia di comunicazione fintech, o magari vuoi semplicemente scoprire se la tua attuale strategia è costruita nel modo giusto, ti suggerisco di fare un piccolo passo in più e prenotare una consulenza gratuita direttamente con me.
È una sessione di un’ora in cui analizzeremo insieme la tua azienda e la tua comunicazione, e vedremo se ci sono ostacoli che rendono meno efficace del dovuto le tue strategie e magari ti stanno impedendo di raggiungere in fretta la notorietà che ti meriti. Nel caso, ti spiegherò come rimuoverli e ti svelerò anche alcuni altri “segreti del mestiere” che utilizzo io stesso con i miei clienti, che miglioreranno ulteriormente l’efficienza della tua strategia di comunicazione fintech fino al 25%.
Se temi che sia un’offerta troppo generosa per essere vera e hai timore che questa consulenza gratuita sia solo una scusa per cercare di rifilarti qualcosa, ti sbagli di grosso! Ho il massimo rispetto del tuo – e del mio – tempo e ti garantisco che ne ricaverai un grandissimo valore. Non cercherò di venderti nulla (sono un comunicatore, non un venditore!) e dopo non avrai alcun obbligo nei miei confronti.
Non sei ancora convinto? Lo capisco benissimo, credimi!
Là fuori ci sono tanti di quegli ciarlatani… Io però non sono uno di quelli. Sono serissimo e mi spiacerebbe se per la tua diffidenza perdessi l’occasione di mettere il turbo alla tua comunicazione fintech.
Prima di rinunciare e rischiare un danno per colpa di fregature che qualcuno ti ha rifilato in passato, almeno leggi QUI (è la landing page della mia consulenza). Così poi deciderai sapendo cosa rischi di perderti! 🙂
Alla prossima!