Ti racconto il Milan Fintech Summit

Indice dei contenuti

Sono stato al Milan Fintech Summit, la conference della finanza tecnologica che si è tenuta a Milano dal 5 al 7 ottobre 2022 (sarò lì anche oggi pomeriggio) e in questo articolo ti racconto (un po’ in ritardo, ma ogni tanto devo anche lavorare) cosa ho visto e ascoltato.

E soprattutto proverò a spiegarti perchè il prossimo anno, se hai un’azienda fintech B2B, dovresti partecipare come espositore, oppure come speaker.

E ti dirò anche perchè, se invece hai una startup fintech B2C NON dovresti fare nessuna delle due cose.

Cominciamo però prima con un po’ di informazioni di base:

Cos’è

Più che una conference, da quest’anno il MFS è quasi una  “fiera del fintech“, con tanto di spazio espositivo (ho scritto delle novità dell’edizione di quest’anno in questo articolo, se vuoi).

È organizzata dal Fintech District (Fabrick/Banca Sella) e da Business International (Fiera Milano), con il supporto di Milano & Partners, l’agenzia di promozione della città di Milano.

Dura 3 giorni, nei quali si alternano sul “palco” circa 90 relatori italiani e internazionali, quasi tutti founder e/o CEO di aziende e startup fintech.

C’è anche, a dire il vero, una nutrita pattuglia di rappresentati degli organizzatori (Banca Sella, città di Milano, ecc.) che sono presenti qui e là nei panel, a volte come moderatori, a volte come ospiti.

Oltre alle tavole rotonde, agli speech e alle presentazioni tout-court, c’è anche come ho detto, un’area espositiva in cui le aziende o chi ha a che fare a vario titolo con il fintech (ci sono anche avvocati, esperti di materie fiscali, aziende ICT, ecc) può mostrare il proprio servizio o prodotto.

L’area espositiva durante il coffe break ©Fabrick/Milan Fintech Summit

Chi partecipa

Come ho detto, i partecipanti, anche quelli che “guardano”, senza fare interventi, sono quasi tutti startup o aziende del fintech, anche perchè l’ingresso costa 100 euro a giornata (250 € tutti e tre i giorni) e quindi chi non è del settore non è particolarmente incoraggiato a partecipare per mera curiosità. 🙂

Naturalmente le aziende più importanti o le scaleup ci sono tutte e quasi tutte hanno un posto nei vari interventi dal palco. Alcune, le meno note, pagano per esserci, altre (i grandi unicorni come ScalaPay e Satispay, ad esempio) probabilmente no, perchè fanno “nome”.

Tra i relatori ci sono anche molti founder e CEO di aziende e startup estere ed è anche per questo che la “lingua ufficiale” del Milan Fintech Summit è l’inglese.

In agenda come relatori ci sono anche alcuni rappresentanti delle istituzioni (Unione Europea, Banca d’Italia, ecc.) invitati a parlare soprattutto di “regolamentazione” e nel caso della UE, di internazionalizzazione.

Il desiderio del single market (avere regole uguali in tutti gli stati UE, in modo da poterli trattare come un mercato unico, come accade negli Stati Uniti, ad esempio) si aggira come uno spettro per tutta l’Europa del fintech, del resto. 🙂

Di cosa si parla

Gli argomenti in agenda sono tantissimi (il programma completo lo trovi QUI).

Giovedì il Summit si è aperto, come di prammatica, con i saluti istituzionali degli organizzatori (per Fabrick ha parlato Pietro Sella, Amministratore Delegato del Gruppo Sella).

Subito dopo la giornata di lavori è stata inaugurata dalla classica keynote. Affidata, in questo caso, a Mr. Sopnendu Mohanty, Chief Fintech Officer dell’autorità monetaria di Singapore, che ha parlato di strategie del fintech per sopravvivere alla crisi globale in atto.

Ciascuna giornata, inoltre prevedeva in apertura anche una tavola rotonda in cui imprenditori del fintech e organizzatori discutevano di temi di interesse generale per il settore.

Giovedì si è parlato di futuro del fintech dopo la pandemia, ieri nella seconda giornata si è parlato di open innovation e embedded finance e oggi di Metaverso (e fintech, ovviamente).

Dopo la tavola rotonda l’agenda si suddivideva, per tutti e tre i giorni, in una ricca offerta di panel più brevi e dedicati a argomenti più specifici (es: il lending, il crowdfunding, i pagamenti BNPL, blockchain, DeFi, ecc.), in sessioni Q&A con i CEO di startup fintech mature, dal titolo simpatico “Meet the 4 Samurai” e in pitch da 5 minuti, in cui startup meno note presentavano i loro servizi al pubblico.

Sempre nel corso di ogni giornata, inoltre, era previsto almeno un incontro con un “istituzione”.

Giovedì è toccato alla Commissione Europea e all’ EDFA (European Digital Finance Association, l’organismo che rappresenta le associazioni di aziende della finanza digitale di circa 30 paesi europei), le cui rappresentanti hanno ovviamente parlato molto di regole e differenze nel mercato UE .

Ieri e oggi invece è stata la volta di Banca d’Italia, a cui è toccato l’onore e l’onere di rispondere alle domande dei partecipanti su, indovina un po’? Regole, naturalmente! Ma anche altro.

Il primo giorno c’è stata anche una sessione dedicata alle startup interessate a incontrare i venture capital. Le startup avevano i classici 5 minuti per presentarsi e i VC stavano ad ascoltare.

Confesso che a causa di un improrogabile impegno lavorativo, non ho potuto assistere alle presentazioni, benchè mi interessassero molto (mi occupo di comunicazione per le startup fintech, in fondo), per cui non ho idea di quali VC ci fossero e cosa sia successo dopo.

L’incontro era descritto come “meet & greet” per cui non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di alcuni seri e paludati investitori che firmano autografi e si fanno selfie insieme agli/alle startupper, ma suppongo non sia andata così.

Ora però basta parlare di contenuti. É venuto il momento, dopo questa lunghissima premessa, di spiegarti

Perchè, se hai un’azienda o una startup fintech B2B secondo me dovresti partecipare, il prossimo anno.

Allora, prima di elencare le ragioni per cui se hai una scaleup o una azienda fintech più o meno consolidata e con un modello di business B2B, e non l’hai fatto quest’anno, nel 2023 dovresti proprio partecipare al 4° Milan Fintech Summit, consentimi di dire che esserci non è un investimento da poco.

In questa edizione, che mentre scrivo si sta concludendo, essere presente con uno stand (minimalista) nella parte espositiva costava, a quanto mi hanno detto alcune aziende, cifre molto vicine ai 4 zeri. Anche se, sempre a quanto ho saputo, c’era un ampio spazio per la negoziazione. In ogni caso non è un impegno da poco per una piccola realtà.

Presumibilmente, anche se si rinuncia allo stand, ma si vuole essere presenti nei talk e in una o più sessioni di discussione, occorre pagare una fee agli organizzatori.

Un’altra questione di cui tenere conto è che, a fronte della cifra da investire, il ritorno in termini di visibilità immediata, secondo me, non è enorme.

È vero che il Milan Fintech Summit 2022 ha avuto ampia risonanza sui media, ma si è parlato molto dei dati generali del settore (citati nel comunicato stampa dell’organizzazione), un po’ degli organizzatori e pochissimo dei partecipanti. 🙂

«Ma allora perchè, se costa e non ha risonanza all’esterno, dovrei partecipare?»

Essenzialmente per DUE ragioni.

Prima di tutto perchè si tratta di una splendida opportunità di networking.

Ragione 1: Networking

Al Milan Fintech Summit, che in fondo è davvero l’evento più importante dell’anno per ciò che riguarda la Finanza Tecnologica in Italia, ci sono davvero tutti quelli che hanno a che fare in modo professionale con il fintech e che contano.

E dunque è una splendida opportunità per trovare partner, avviare collaborazioni e anche per farsi “cercare” un po’.

A patto, naturalmente, di arrivare preparati, cioè di sapere chi vuoi trovare e cosa vuoi dirgli. Ma di questo parleremo magari un’altra volta.

Ragione 2: Credibilità e autorevolezza

La seconda ragione per cui dovresti partecipare, se non l’hai ancora fatto finora, al prossimo Milan Fintech Summit è che “esserci” conferisce senz’altro autorevolezza e credibilità.

Due elementi di cui qualsiasi fintech company ha un gran bisogno, visto che in genere tratta i soldi delle persone e le persone danno più volentieri i loro soldi a soggetti di cui si fidano e che giudicano competenti.

Ma perchè il fintech summit dovrebbe darti autorevolezza e credibilità?

Perchè costa parecchio parteciparvi (e quindi non tutte le startup se lo possono permettere) e perchè ci sono tutti quelli che contano. Cioè i grandi nomi del fintech italiano e non.

In pratica perchè è “esclusivo” e “prestigioso”.

So che può sembrarti un modo di ragionare antico e non adatto a un settore tecnologico come il fintech, ma ti assicuro che funziona anche in questa industry.

E se andrai avanti a leggere le righe qui sotto, te lo dimostrerò.

Dunque, il motivo per cui funziona è un cortocircuito mentale talmente radicato nel nostro modo di pensare, che è impossibile evitarlo.

Ci caschiamo tutti, ma proprio tutti, anche gli specialisti del marketing e gli psicologi comportamentali!

E un cortocircuito su cui si basa, peraltro, una larga fetta di strategie commerciali che ognuno di noi subisce ogni giorno come consumatore.

Il ragionamento che istintivamente chiunque di noi fa, che lo voglia o no, è questo: se in quell’evento non ci sono proprio tutti (ossia è “esclusivo”), ma c’è di sicuro chi “ha avuto successo” (ossia è un evento prestigioso), ALLORA se l’azienda X o la persona Y sono a quell’evento, vorrà dire che hanno avuto successo.

E siccome ognuno di noi – a meno di essere un inguaribile complottista – associa (sempre a livello inconscio), il successo alla competenza e alla qualità dei risultati prodotti, va da sè che più verrai percepito come un imprenditore di successo, più le persone si fideranno dei tuoi servizi e ti considereranno competente.

In pratica se parteciperai al Fintech Summit – e lo farai sapere – le persone si fideranno ancora di più di te e della tua piattaforma fintech, di quanto facciano oggi.

Tutto qui? È così facile? Basta farsi invitare a un evento importante per diventare un punto di riferimento, un guru del mercato?

No, purtroppo.

Devi far sapere che ci sei.

Non basta esserci, bisogna anche far sapere che ci sei. 🙂

In pratica, perchè la tua partecipazione al Fintech Summit abbia un senso e produca un reale ritorno in termini di prestigio e autorevolezza, dovrai aggiungere al conto dei costi, anche un po’ di lavoro tuo o del tuo staff, prima e dopo l’evento.

In altre parole non devi aspettarti che se parli in un panel o se presenti la tua azienda dal palco, qualcuno là fuori se ne accorga.

E anche dentro non lo saprà quasi nessuno!

Le sessioni a cui ho assistito finora, specie quelle pomeridiane, non contavano mai più di qualche decina di persone, per lo più intente a controllare la posta sul cellulare o a fare il chilo al buio sulla poltrona (che devo ammettere è parecchio comoda…).

Milan Fintech Summit 2022
Uno dei panel pomeridiani del 1° giorno (si parlava di Insurtech)

Quindi se decidi di seguire il mio consiglio e di essere presente al prossimo Milan Fintech Summit 2023, devi essere preparato ad assumerti tu stesso il compito di dare “risonanza” alla tua presenza attraverso i tuoi account social, sul blog della tua startup, nelle newsletter e se possibile anche sui giornali, nei podcast, nei prossimi pitch, ecc.

In uno dei prossimi articoli parlerò proprio di cosa puoi fare esattamente, per “preparare” e poi dare valore, in termini di visibilità, autorevolezza e credibilità, alle tue partecipazioni agli eventi di settore. senza spendere inutilmente soldi in flyer, gadget e vele che sono strumenti ormai datati.

Per adesso, però, ti chiedo di credermi sulla parola e di mettere in conto di dover dedicare un po’ di tempo, prima e dopo l’evento, per aumentare la “risonanza” della tua partecipazione.

Questo naturalmente, sempre se hai un’azienda la cui offerta e i cui servizi si rivolgono al mondo business e alle aziende.

Perchè se invece hai una startup fintech o un’azienda fintech i cui servizi sono rivolti ai consumatori finali (B2C, in pratica), allora puoi dimenticare tutto quello che ho detto fin qui e concederti ancora due minuti per scoprire qui sotto:

Perchè se hai una startup o un’azienda fintech B2C, secondo me puoi serenamente NON partecipare il prossimo anno al Milan Fintech Summit

L’ho detto e ridetto un po’ di volte ormai. Il Milan Fintech Summit 2022 è stato un evento essenzialmente B2B.

Sia perchè il prezzo del biglietto era scoraggiante per chiunque non fosse un’azienda, sia perchè si parlava di argomenti squisitamente tecnici.

Nulla di male, intendiamoci. Probabilmente l’intento degli organizzatori era esattamente quello di tenere fuori dal perimetro dell’Hotel Melià (la location del Milan Fintech Summit 2022) i non addetti ai lavori. E ci sono riusciti.

Ed è proprio per questa ragione che se hai una startup o un’azienda fintech con un modello di business essenzialmente B2C puoi fare a meno di partecipare.

Al prossimo MFS non troverai nuovi utenti, non otterrai nuovi contatti e soprattutto non avrai alcun ritorno utile in termini di autorevolezza e visibilità verso il tuo target.

Perchè i consumatori finali, le persone normali, i piccoli risparmiatori NON leggeranno, nè vedranno notizie sulla tua partecipazione.

Per il semplice fatto che quelle notizie usciranno (e sono uscite) su giornali, media e social media per “addetti ai lavori”, che i consumatori finali, ossia le persone normali, NON guardano.

E il networking?

Certo, quello resta un valore intrinseco degli eventi di settore, e lo è stato di certo anche per il Milan Fintech Summit 2022.

Ma, diciamocelo, vale davvero la pena spendere migliaia di euro e un sacco di tempo per farti vedere su un palco e poi sperare di ottenere più attenzione da persone e imprenditori che potresti comodamente incontrare attraverso altri canali?

Per di più in un ambiente in cui chi conta davvero e chi è importante per te (VC, potenziali partner, ecc.) sarà continuamente “cacciato” da altri predatori? Cioè da altre aziende come la tua?

E quindi sarà distratto, ti accorderà poco tempo per parlargli e probabilmente se non sarai super-convincente tenderà a dimenticarsi di te pochi minuti dopo averti parlato? E una volta tornato in ufficio ti toccherà ridargli di nuovo la caccia, da capo?

Non dico che tu non debba fare un giro alla fiera e andare ad ascoltare le varie sessioni (alcune delle quali realmente interessanti) e magari prenderti i biglietti da visita e i cellulari di chi ti interessa, ma secondo me puoi risparmiare i fondi necessari a partecipare alle sessioni o a mettere su uno stand, per altre faccende più urgenti.

Ad esempio per dotarti di una strategia di comunicazione e media relations realmente efficace (okay, lo ammetto, quest’ultimo suggerimento non è del tutto disinteressato…). 🙂

In conclusione

Mentre sto per “andare in stampa”, come si diceva quando i giornali erano ancora di carta, questa edizione 2022 del MFS ha chiuso in bellezza con una keynote finale dal titolo stile Guerre Stellari : “The investors awaken“.

Siamo comunque tutti un po’ nerd in questo settore e gli organizzatori lo sanno…

Nella sostanza la keynote è stata una lunga serie di peana sul mercato italiano e il desiderio di tutto il mondo di investire da noi. Non credo che qui nessuno abbia nulla in contrario, no? 🙂

Ma mentre aspettiamo piogge di soldi e investimenti dal resto del mondo, e io aspetto che si sfoltisca la coda per riprendere la mia giacca al guardaroba e correre in stazione, mi resta giusto il tempo per una considerazione finale.

La normalizzazione del Fintech

Questo “Milan Fintech Summit” assomigliava in modo impressionante a altre decine di eventi finanziari che ho seguito e a volte organizzato nel corso della mia carriera.

Non per gli argomenti certo (anche se mutatis mutandis non si andava poi così lontano nemmeno lì), ma nelle modalità.

Location prestigiosa, persone incravattate in completi blu governativo, discorsi a braccetto nel cortile per parlare senza essere ascoltati e personalità più o meno esotiche a sdottorare su un palco.

Magari non siamo ancora al Forum Ambrosetti di Villa d’Este (di cui mi fregio di essere stato capo ufficio stampa per alcune edizioni), ma direi che il fintech italiano si sta avviando sulla strada della “normalizzazione“.

Non è più un fenomeno rivoluzionario, che fa paura alle banche tradizionali e scuote gli austeri templi della Finanza. Anzi!

Ha trovato una sua collocazione nello scenario economico del nostro paese e ormai ne fa parte o quantomeno ne ha adottato i riti e le consuetudini.

Tanto che il principale evento del settore oggi viene organizzato e finanziato da…una banca privata antica di 136 anni!

Non dico che sia un male e va dato merito a Banca Sella di aver saputo cooptare, sostenere e spesso persino anticipare l’innovazione tecnologica del settore finanziario, senza pretendere per questo di stravolgerla o indirizzarla.

Però, certo è che anche nel nostro paese si va un po’ perdendo la parte “romantica” del fintech e credo sia ormai giunto il momento, per chi come me si occupa di comunicazione delle aziende di questo settore, di cambiare narrazione.

Il tono baldanzosamente rivoluzionario e lo storytelling alla “Davide contro Golia”, non sono più credibili, temo.

Dal Milan Fintech Summit 2022 è tutto, linea al weekend!

Ciao.

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